I FATTI, anche quelli più brutti e più amari, vanno tutti raccontati. Però come ieri ha ammonito il Papa vanno narrati senza dimenticare il rispetto inviolabile e sacro della dignità delle persone, a cominciare dalle persone più deboli, dalle persone semplici, dalle persone che vivono la propria vita fuori dalle luci della ribalta e la cui sfera intima proprio per questo va salvaguardata con una cura speciale.
Un’informazione che non si comporta così, e sniffa il doping del sensazionalismo, della morbosità e del gusto per «le cose più orribili» continuamente «amplificate», diventa «tossica», «indurisce il cuore» e «rende insensibili» i cittadini. Proprio come dice il Papa, e fa benissimo a ricordarlo a tutti. Perché, in certi casi, i media rischiano davvero di smarrire il senso del limite e della responsabilità nei confronti delle vite degli individui, specialmente degli individui qualunque.
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